giovedì 4 settembre 2014
Mandranova, azienda agricola e resort, ubicata sulle colline di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento, a pochi chilometri dal sito archeologico della Valle dei Templi e dal mare, struttura nei mesi di Maggio/Giugno e Settembre/Ottobre due programmi di residences, all’interno della propria struttura, dedicati ad artisti internazionali mid-career. Il progetto, a cura di Maria Chiara Valacchi, promuove soggiorni di ricerca e approfondimento in un territorio pregno di pregevoli caratteristiche ambientali, paesaggistiche e storico/architettoniche incentivando le nuove produzioni nei settori delle arti visive e promuovendo lo scambio tra artisti e territorio.
L'attività si concentra nella sede dell’azienda Mandranova che nell’arco di un mese offre all’artista selezionato un soggiorno e un luogo dove poter realizzare i propri progetti site specific. A corredo del programma di ospitalità sarà realizzata una pubblicazione cartacea dedicata ad ogni esperienza e inoltre attivato un sistema di updates on-line, in cui gli artisti "in residence" potranno liberamente divulgare le fasi rilevanti del proprio lavoro quotidiano. Mandranova In Residence si propone come progetto curatoriale specifico per il territorio che mira a favorire la creazione di una rete che dal globale al locale e viceversa mette in dialogo idee, pratiche e modelli differenti.
Mandranova, farm and resort, located on the hills of Palma di Montechiaro in the province of Agrigento, not far from the archaeological site of the "Valle dei Templi" and from the sea, structures in the months of May/June and September/October two programs of residences, inside its structure, dedicated to international mid-career artists. The project, curated by Maria Chiara Valacchi, promotes research and study stays in an area steeped in valuable environmental, scenic and historic/architectural features encouraging new productions in the fields of visual arts and promoting the exchange between the artists and the country. The activity is concentrated in the venue of Mandranova farm that within the space of a month offers to the selected artist a stay and a place where realize his/her own site-specific projects. In support of the hospitality program will be made a publication on paper dedicated to every single experience, and also will be set up a system of on-line updates, in which the artists "in residence" will be free to disclose the relevant stages of their daily work. Mandranova In Residence proposes itself as a specific curatorial project for this area and it aims to foster the creation of a network to put into dialogue different ideas, practices and models from global to local and vice versa.
mercoledì 3 settembre 2014
Alexander Wagner @ Mandranova in Residence, 2014 - curated by Maria Chiara Valacchi
Alexander Wagner
23.05.2014 - 07.06.2014
curated by Maria Chiara Valacchi
Alexander Wagner lascia libera la comprensione di una natura prettamente mentale. La sua opera, astratta ma estremamente comunicativa, alterna in una contraddizione espressa su superficie, asciutto e ambizioso, astratto e imperfetto. Il controllo di schemi preordinati sfugge alla sua natura di essere umano, lasciando trapelare l’imperfezione e creando un tutt’uno completo e complesso. Nella sua opera la questione del ruolo della pittura - oggi - si fa evidente. Raccoglie e rinnova esperienze vicine a Blinky Palermo e Agnes Martin unite ad ispirazioni architettoniche e tipografiche di matrice razionalista, esplicitando il suo approccio concettuale e il suo valicamento verso “un’oltre pittura”. I supporti preferiti sono la carta e il muro, dove chiarisce i principi del "Bildfindung" e traspone l’idea di tecnica tradizionale utilizzando superfici stampate e vernice a spruzzo. Una stratificazione di layers vibranti codifica un complessa elencazione analitica e apre la comprensione ad una narrazione astratta. Wagner si relaziona con la durezza dell’ambiente siciliano e l’evidenza con cui in esso si manifesta la natura, mediante un suo peculiare processo di riduzione a forme elementari. La forte ed astratta luce agrigentina, si incontra con le sue composizioni, Il risultato è una scoperta dell’astrazione nel paesaggio e lo sconvolgimento della geometria nella spontaneità di forme prese direttamente dalla natura.
Alexander Wagner
Berlin 1978. Lives and works in Berlin
Selected Solo Exhibitions: 2014 “undundund”, Little Krimminals, Berlin, Germany; 2013 Alexander Wagner, Galeri Mana, Istanbul; 2012 Alexander Wagner, RaebervonStenglin, Zürich; 2010 Alexander Wagner, RaebervonStenglin, Zürich; 2009 INSERT, zum Zeichnerischen, Jet, Berlin; 2008 mustern, SOX, Berlin; 2007 Alex Wagner, NBKstudio (Neuer Berliner Kunstverein), Berlin
lunedì 13 gennaio 2014
Paolo Gonzato @ Mandranova in Residence, 2013 - curated by Maria Chiara Valacchi
Totem Diary
Paolo Gonzato
27.08.2013 - 06.09.2013
curated by Maria Chiara Valacchi
Nel primo libro del trattato “Fisica” di
Aristotele si parla del Divenire. Il Divenire come un processo sensibile di
mutazione dove permane il sostrato, cioè la materia prima, che diviene futura
memoria sostanziale della metamorfosi. Il lavoro di Paolo Gonzato sembra
affondare le radici in questo concetto, la sua è una continua ricerca
dell’elemento primordiale, che modifica, per far riaffiorare un ordine
intrinseco e atavico. Gonzato cerca la caratteristica peculiare della materia,
la più ovvia, che spoglia e ridefinisce per restituirla ad una nuova
contemporaneità. Quelle che compie sono piccole correzioni o grandi
rivoluzioni, ricerche continue per tentare di dar ordine al caos naturale. L’atto
sovversivo di stravolgere una fedeltà descrittiva riscopre l’essenza di legni,
stoffe, materiali poveri e design. Un eterno processo che contrasta e
ridefinisce una volontà di una processualità pianificata. Per Mandranova In
Residence Gonzato mette in scena un teatro contraddittorio. Fogli plastici,
usati per gli imballaggi, sono il supporto nobilitato di grandi opere ad olio
dove sovrasta la figura del rombo, poligono modulare e simbolo semplice
dell’infinita possibilità di ricreazione. Il Rombo diventa bianco quale
archetipo delle architetture brutalmente rifinite che caratterizzano sovente il
territorio limitrofo e diario cromatico di campiture tratte dalla vegetazione
autoctona. La proliferazione di colore è la memoria dell’agave, della palma,
dei mandorli che si poggia sui poligoni lignei e sulle travi affastellate. Con
tavole di varie dimensioni e tonalità crea una struttura precaria e armonica,
un’implosione controllata che evoca il disegno spontaneo e caoticamente
perfetto del sofisticato intreccio di foglie e specie vegetali. La natura si
libera per tornare compressa e predisposta nei disegni di foglie e piante
realizzati con piccoli tratti di penna a sfera. Alla ricerca di una perenne e
irraggiungibile configurazione della materia Gonzato afferma: “Sono convinto
che tutte le forme organizzate vadano verso il disordine, verso la distruzione
dei loro sistemi”.
In the first book of the treatise titled "Physics"
Aristotele deals with the Becoming. The Becoming as a sensitive process of
mutation in which there is still the substrate, that is the raw material, which
becomes future substantial memory of the metamorphosis. The work of Paolo Gonzato seems to be rooted in this
concept, it is a continuous search of the primeval element, that he modifies,
to make an intrinsic and atavistic order resurface. Gonzato is looking for the
peculiar characteristic of the material, the most obvious, that he strips and
redefines to return it to a new contemporaneity. He does small corrections or
great revolutions, continuous researches to attempt to give order to the
natural chaos. The distortion rediscover the essence of woods, fabrics, poor
materials and design. An eternal process that contrasts and redefines a will of
a planned process. For Mandranova In Residence Gonzato stages a contradictory
theater. Plastic sheets, used for packaging, are the ennobled support of large
oil paintings where the figure of the rhombus towers over, a modular polygon
and simple symbol of the endless possibility of re-creation. The rhombus
becomes white as an archetype of the architecture brutally finished that often
characterize the surrounding area and chromatic diary of colour fields taken
from the native vegetation. The proliferation of colour is the memory of the
agave, of the palm, of the almond trees that relies on the wooden polygons and
on the beams piled up. He creates a precarious and harmonious structure with
tables of various sizes and colours, a controlled implosion that evokes the
spontaneous and chaotically perfect design of the sophisticated twine of leaves
and vegetable species. Nature gets free to return compressed and arranged in
patterns of leaves and plants realized with small lines of ballpoint pen.
Looking for a perennial and unreachable configuration of the material, Gonzato
says: "I am convinced that all the organized forms go towards disorder,
towards the destruction of their systems".
mercoledì 4 settembre 2013
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