giovedì 4 settembre 2014

Andrea Romano @ Mandranova in Residence, 2014 - curated by Maria Chiara Valacchi

Andrea Romano Diary - in residence from 02.09.2014 to 13.09.2014 | opening 14.09.2014

Mandranova, azienda agricola e resort, ubicata sulle colline di Palma di Montechiaro in provincia di Agrigento, a pochi chilometri dal sito archeologico della Valle dei Templi e dal mare, struttura nei mesi di Maggio/Giugno e Settembre/Ottobre due programmi di residences, all’interno della propria struttura, dedicati ad artisti internazionali mid-career. Il progetto, a cura di Maria Chiara Valacchi, promuove soggiorni di ricerca e approfondimento in un territorio pregno di pregevoli caratteristiche ambientali, paesaggistiche e storico/architettoniche incentivando le nuove produzioni nei settori delle arti visive e promuovendo lo scambio tra artisti e territorio.
 L'attività si concentra nella sede dell’azienda Mandranova che nell’arco di un mese offre all’artista selezionato un soggiorno e un luogo dove poter realizzare i propri progetti site specific. A corredo del programma di ospitalità sarà realizzata una pubblicazione cartacea dedicata ad ogni esperienza e inoltre attivato un sistema di updates on-line, in cui gli artisti "in residence" potranno liberamente divulgare le fasi rilevanti del proprio lavoro quotidiano. Mandranova In Residence si propone come progetto curatoriale specifico per il territorio che mira a favorire la creazione di una rete che dal globale al locale e viceversa mette in dialogo idee, pratiche e modelli differenti.  

Mandranova, farm and resort, located on the hills of Palma di Montechiaro in the province of Agrigento, not far from the archaeological site of the "Valle dei Templi" and from the sea, structures in the months of May/June and September/October two programs of residences, inside its structure, dedicated to international mid-career artists. The project, curated by Maria Chiara Valacchi, promotes research and study stays in an area steeped in valuable environmental, scenic and historic/architectural features encouraging new productions in the fields of visual arts and promoting the exchange between the artists and the country. The activity is concentrated in the venue of Mandranova farm that within the space of a month offers to the selected artist a stay and a place where realize his/her own site-specific projects. In support of the hospitality program will be made a publication on paper dedicated to every single experience, and also will be set up a system of on-line updates, in which the artists "in residence" will be free to disclose the relevant stages of their daily work. Mandranova In Residence proposes itself as a specific curatorial project for this area and it aims to foster the creation of a network to put into dialogue different ideas, practices and models from global to local and vice versa.

mercoledì 3 settembre 2014

Alexander Wagner @ Mandranova in Residence, 2014 - curated by Maria Chiara Valacchi












Alexander Wagner
23.05.2014 - 07.06.2014 
curated by Maria Chiara Valacchi 

Alexander Wagner lascia libera la comprensione di una natura prettamente mentale. La sua opera, astratta ma estremamente comunicativa, alterna in una contraddizione espressa su superficie, asciutto e ambizioso, astratto e imperfetto. Il controllo di schemi preordinati sfugge alla sua natura di essere umano, lasciando trapelare l’imperfezione e creando un tutt’uno completo e complesso. Nella sua opera la questione del ruolo della pittura - oggi - si fa evidente. Raccoglie e rinnova esperienze vicine a Blinky Palermo e Agnes Martin unite ad ispirazioni architettoniche e tipografiche di matrice razionalista, esplicitando il suo approccio concettuale e il suo valicamento verso “un’oltre pittura”. I supporti preferiti sono la carta e il muro, dove chiarisce i principi del "Bildfindung" e traspone l’idea di tecnica tradizionale utilizzando superfici stampate e vernice a spruzzo. Una stratificazione di layers vibranti codifica un complessa elencazione analitica e apre la comprensione ad una narrazione astratta. Wagner si relaziona con la durezza dell’ambiente siciliano e l’evidenza con cui in esso si manifesta la natura, mediante un suo peculiare processo di riduzione a forme elementari. La forte ed astratta luce agrigentina, si incontra con le sue composizioni, Il risultato è una scoperta dell’astrazione nel paesaggio e lo sconvolgimento della geometria nella spontaneità di forme prese direttamente dalla natura.

Alexander Wagner
Berlin 1978. Lives and works in Berlin

Selected Solo Exhibitions: 2014 “undundund”, Little Krimminals, Berlin, Germany; 2013 Alexander Wagner, Galeri Mana, Istanbul; 2012 Alexander Wagner, RaebervonStenglin, Zürich; 2010 Alexander Wagner, RaebervonStenglin, Zürich; 2009 INSERT, zum Zeichnerischen, Jet, Berlin; 2008 mustern, SOX, Berlin; 2007 Alex Wagner, NBKstudio (Neuer Berliner Kunstverein), Berlin

Alexander Wagner Diary - in residence from 23.05.2014 to 06.06.2014 | opening 07.06.2014






















lunedì 13 gennaio 2014

Paolo Gonzato @ Mandranova in Residence, 2013 - curated by Maria Chiara Valacchi







Totem Diary

Paolo Gonzato
27.08.2013 - 06.09.2013
curated by Maria Chiara Valacchi

Nel primo libro del trattato “Fisica” di Aristotele si parla del Divenire. Il Divenire come un processo sensibile di mutazione dove permane il sostrato, cioè la materia prima, che diviene futura memoria sostanziale della metamorfosi. Il lavoro di Paolo Gonzato sembra affondare le radici in questo concetto, la sua è una continua ricerca dell’elemento primordiale, che modifica, per far riaffiorare un ordine intrinseco e atavico. Gonzato cerca la caratteristica peculiare della materia, la più ovvia, che spoglia e ridefinisce per restituirla ad una nuova contemporaneità. Quelle che compie sono piccole correzioni o grandi rivoluzioni, ricerche continue per tentare di dar ordine al caos naturale. L’atto sovversivo di stravolgere una fedeltà descrittiva riscopre l’essenza di legni, stoffe, materiali poveri e design. Un eterno processo che contrasta e ridefinisce una volontà di una processualità pianificata. Per Mandranova In Residence Gonzato mette in scena un teatro contraddittorio. Fogli plastici, usati per gli imballaggi, sono il supporto nobilitato di grandi opere ad olio dove sovrasta la figura del rombo, poligono modulare e simbolo semplice dell’infinita possibilità di ricreazione. Il Rombo diventa bianco quale archetipo delle architetture brutalmente rifinite che caratterizzano sovente il territorio limitrofo e diario cromatico di campiture tratte dalla vegetazione autoctona. La proliferazione di colore è la memoria dell’agave, della palma, dei mandorli che si poggia sui poligoni lignei e sulle travi affastellate. Con tavole di varie dimensioni e tonalità crea una struttura precaria e armonica, un’implosione controllata che evoca il disegno spontaneo e caoticamente perfetto del sofisticato intreccio di foglie e specie vegetali. La natura si libera per tornare compressa e predisposta nei disegni di foglie e piante realizzati con piccoli tratti di penna a sfera. Alla ricerca di una perenne e irraggiungibile configurazione della materia Gonzato afferma: “Sono convinto che tutte le forme organizzate vadano verso il disordine, verso la distruzione dei loro sistemi”.

In the first book of the treatise titled "Physics" Aristotele deals with the Becoming. The Becoming as a sensitive process of mutation in which there is still the substrate, that is the raw material, which becomes future substantial memory of the metamorphosis. The work of Paolo Gonzato seems to be rooted in this concept, it is a continuous search of the primeval element, that he modifies, to make an intrinsic and atavistic order resurface. Gonzato is looking for the peculiar characteristic of the material, the most obvious, that he strips and redefines to return it to a new contemporaneity. He does small corrections or great revolutions, continuous researches to attempt to give order to the natural chaos. The distortion rediscover the essence of woods, fabrics, poor materials and design. An eternal process that contrasts and redefines a will of a planned process. For Mandranova In Residence Gonzato stages a contradictory theater. Plastic sheets, used for packaging, are the ennobled support of large oil paintings where the figure of the rhombus towers over, a modular polygon and simple symbol of the endless possibility of re-creation. The rhombus becomes white as an archetype of the architecture brutally finished that often characterize the surrounding area and chromatic diary of colour fields taken from the native vegetation. The proliferation of colour is the memory of the agave, of the palm, of the almond trees that relies on the wooden polygons and on the beams piled up. He creates a precarious and harmonious structure with tables of various sizes and colours, a controlled implosion that evokes the spontaneous and chaotically perfect design of the sophisticated twine of leaves and vegetable species. Nature gets free to return compressed and arranged in patterns of leaves and plants realized with small lines of ballpoint pen. Looking for a perennial and unreachable configuration of the material, Gonzato says: "I am convinced that all the organized forms go towards disorder, towards the destruction of their systems".
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